Salta al contenuto principale
loading

Immagini tra zero e uno

Siamo lieti di presentarVi la prima storia Istadarium.
Uno scrittore non professionista ha accettato la nostra sfida e prendendo spunto da 52 fotografie, da noi scelte da altrettanti Igers, ha scritto una storia bonsai. La chiameremo bonsai perché si tratta di una storia “lunga” solo 19.364 battute, come 3 cantici del inferno, sviluppata in micro episodi, uno ogni domenica, e accompagna il calendario dall’inizio alla fine.
La versione che leggerete qui è, di fatto, la prima stesura, prima che passasse sotto le forbici della suprema censura, figlia del supremo spazio a disposizione nelle singole pagine, Buona lettura.

Titolo: Immagini tra zero e uno
Autore: Luca Agliardi
Personaggi: Chicco e Brezza, Marko e la cameriera del rifugio, Ines, Mangiafuoco, 
La donna del pendolo

Capitolo 1
Lo sai, disse Brezza, in momenti come questo penso a quanto siamo fortunati a vivere qui.
Quante persone ora possono respirare quest’aria e liberare l’immaginazione verso l’infinito.
Chicco era rimasto leggermente indietro ma quando alla fine raggiunse la ragazza, fece un respiro profondo lasciando che tutta quella meraviglia semplicemente lo riempisse come acqua in una bottiglia.

Capitolo 2
Dalla cucina del rifugio proveniva un profumo invitante. Avevano camminato molto per raggiungerlo e ora non vedevano l’ora di mettersi a tavola e riposare.
Il cielo fuori dalla finestra annunciava una notte piena di stelle, sempre che le nuvole gliele lasciassero vedere.

Capitolo 3
Cosa vi porto, chiese la cameriera.
Qual è il piatto del giorno, chiese Chicco affamato.
Ratatuille, rispose la cameriera, o come piace definirla a me, dadolata di verdure con un paio di ingredienti segreti.
Ingredienti segreti, disse Brezza, scommetto che il mio ragazzo li saprebbe riconoscere.
Hai sentito Marko, urlò la cameriera.
Forte e chiaro rispose lo chef dalla cucina, facciamo così, se ci riesce, la cena la offro io.
E se non riesco, chiese Chicco
Facile, laverai i piatti!
Ci stiamo, esclamò Brezza!

Capitolo 4
Ogni volta riesci a mettermi nei guai, disse Chicco, e se non dovessi riuscirci?
Andiamo Chicco, disse Brezza, da qualche tempo mi sembri diverso, come se avessi paura di ogni cosa, dov’è finito il tuo spirito d’avventura?
Il ragazzo si abbandonò sulla panca, hai ragione, sussurrò guardando il vetro appannato, in effetti mi sento annoiato.
Conosco un modo per rimediare, potremmo…
Ecco qui, due ratatuille bollenti, disse la cameriera appoggiando i piatti ancora fumanti davanti ai ragazzi.

Capitolo 5
Tutti avevano accantonato le proprie faccende per assistere alla sfida.
Coraggio ragazzo, disse Marko, i piatti aspettano!
Brezza gli strinse la mano, è facile!
Chicco prese un cucchiaio e assaggiò la ratatuille: pomodori, zucchine, cipolle, il solito.
Ne prese ancora, sentiva qualcosa, leggero, come un suono lontano.
Ancora, sempre più vicino, un ricordo, era piccolo, giocava in autunno, tra gli alberi arancioni.
Appoggiò il cucchiaio: santoreggia!
Gli occhi di tutti si spostarono sul cuoco: giusto!

Capitolo 6
Altro giro, un nuovo ricordo, stavolta faceva freddo ma non era inverno, un lungo corridoio illuminato, adorno di foglie che conduceva verso una porta oscura.
Brezza si sentì stringere la mano e ricambiò. I due si davano forza a vicenda.
Sul viso del giovane era dipinta un’espressione di tristezza e paura, come se volesse scappare da un evento al quale era destinato.
Ignara di tutto, la cameriera disse: visto, tutto fumo e niente…
Maggiorana sussurrò Chicco con un filo di voce.
Giusto! Ammise Marko ormai sconfitto.

Capitolo 7
L’atmosfera si riempì di risate, tutti tranne lui gioivano della vittoria di Chicco.
Usciamo un secondo, ti va? disse Brezza prendendolo per mano.
Dove andate? Chiese la cameriera sorpresa.
Torniamo subito, si scusò la ragazza chiudendosi la porta alle spalle.
Le nuvole erano sparite, lasciando spazio a un bel cielo azzurro, come se il tramonto avesse fatto un passo indietro per regalare ancora un po’ di luce al giorno.
Vuoi parlarne? Gli chiese.
No rispose lui secco, voglio solo restare qui in silenzio, ad ascoltare il suono del mondo.
Lei si accoccolò come un gatto e chiuse gli occhi.

Capitolo 8
Penso sia ora di rientrare, esclamò Chicco.
Solo se sei sereno, rispose Brezza.
Ora si.
Il campanello sulla porta tintinnò e i due ripresero posto.
Eccovi qui, avete scatenato un bel putiferio, Marko ha dovuto offrire un giro a tutti.
Mi spiace, disse Chicco.
A me no, rispose la cameriera, era da tempo che non mi divertivo così, e per quanto quel cocciuto di un cuoco non lo ammetterà mai, avete portato un po’ di allegria anche nel suo cuore.
Per voi due nuove ratatuille calde e una bella fetta di torta. Offre la casa!

Capitolo 9
Finito di mangiare, Brezza si accorse che la maggior parte degli ospiti era già salita in stanza, in montagna si tende ad andare a dormire presto per ripartire prima dell’alba: Sei stanco? Chiese.
Un po’ rispose Chicco, ma penso che prenderò ancora una boccata d’aria prima di andare a letto.
Ti accompagno.
Sai, disse Brezza, mi piace vedere il fumo uscire dai camini, mi ricorda casa.
Pensavo a quello che è successo oggi, disse Chicco, credo che ci voglia un’avventura, qualcosa di folle.
Cosa proponi? Chiese Brezza incuriosita.
Lo chiedi come se volessi prendervi parte, rispose lui con un sorriso.

Capitolo 10
Dai, non tenermi sulle spine, dimmelo, so che ci rifletti da quando siamo arrivati.
Il sole era tramontato e il cielo era pieno di stelle: Facciamo due passi! Disse Chicco.
Un treno al giorno, finché ci va. Nessuna meta, nessuna organizzazione pregressa, entriamo in stazione e saliamo sul primo treno in partenza. Quando vogliamo smettere, torniamo a casa.
La notte suonava i suoi strumenti migliori, Chicco si appoggiò a un albero e restò in adorazione.
Non so se sia la via Lattea ma è qui ed è tutta per noi, e se c’è una cosa che non si può fare in questi casi è rinunciare a una proposta folle come la tua.
Brezza prese un sasso da terra: partiremo domani, e alla fine, riporteremo questa pietra a casa!

Capitolo 11
L’indomani mattina i due ragazzi scesero per primi e trovarono la sala ancora vuota.
Volete che vi offra anche la colazione disse Marko dalla cucina
Non fateci caso, è sempre di cattivo umore quando deve preparare le brioches.
Wow, come sono, crema? Marmellata? Come?
Vuote! Urlò Marko.
Ah ma fai silenzio e portamene fuori due al cioccolato, il cappuccino lo preparo io.
Il vecchio cuoco appoggiò sul bancone due croissant ancora fumanti che i ragazzi mangiarono deliziati: grazie! Disse Chicco mentre l’omone rientrava in cucina.
Ecco qui, concluse la donna porgendo le tazze di caffè: che piani avete?
Rientriamo in città incalzò Brezza, ma ripartiremo subito!

Capitolo 12
Per dove? Chiese di nuovo la donna.
I due rimasero in silenzio per un paio di secondi.
Avanti, non sarà un segreto! Disse cercando di spronarli.
Glielo diremo, disse Brezza, ma a una condizione.
Sentiamo!
Posso avere un’altro cappuccino, questa crema è deliziosa!
I tre risero mentre la donna armeggiava con la macchinetta.
Vogliamo partire alla scoperta, nessuna meta, niente di niente.
Siete proprio dei giovani vitali, ma l’impresa è destinata a fallire!
Chicco quasi si strangolò con la brioche: perché?
La donna andò in cucina e quando tornò aveva con sé un fagotto pieno di panini al latte.
Ora, avete qualche possibilità.
Il sole sbucava dalle vette quando i due ragazzi, salutati i rifugisti, ripresero il sentiero.

Capitolo 13
Sulla via del ritorno, passarono attraverso una fitta boscaglia.
Lo sai, disse Chicco, non ricordo di essere mai uscito dai confini di queste zone.
Ah si, rispose Brezza, e quelle storie sulle Alpi e il sud Italia?
Ero piccolo, per un po’ ho continuato a traslocare finché non sono arrivato qui, queste montagne sono il mio punto zero, non mi serve nemmeno una bussola per dirti che tra un paio di metri ci sarà un cartello segnavia.
Brezza rise: resto pietrificata ogni volta che lo fai, io nemmeno mi ricordo cosa ho mangiato a colazione. Mia madre invece lavorava spesso tra Londra e Parigi. Quando finalmente le hanno proposto di fermarsi qui son stata contenta che abbia accettato. Mi piace questa zona, mi sento libera.

Capitolo 14
Ho un certo languorino, che ne dici di uno spuntino disse Brezza.
Hai uno strano concetto di spuntino ma va bene, però poi dritti in paese!
I due ragazzi mangiarono in silenzio, lasciando che l’acqua della cascata vicina suonasse per loro.
Lo senti questo profumo? Chiese Chicco una volta finita la sua razione.
Brezza annusò l’aria: non sento nulla.
È incredibile, continuò il giovane, sembra che il vento porti con sé le memorie di tutte le terre da cui è passato: il fresco dei picchi innevati, i fiori di campo, persino l’asfalto cittadino.
La ragazza lo guardava ammirata: è bello sentirti descrivere così bene il nostro mondo.

Capitolo 15
I due ragazzi arrivarono in città al tramonto.
Che dici, andiamo in stazione o aspettiamo domani? Chiese Brezza.
Usiamo una moneta, testa andiamo, croce partiamo domani!
La ragazza tirò fuori dalle tasche un euro e lo lanciò in aria: Testa! Esclamò.
Si parte! Disse Chicco.

Capitolo 16
Il tabellone indicava ancora due treni disponibili: mare o città, cosa preferisci? Chiese Brezza dopo aver letto gli orari.
Mare! Rispose Chicco.
E sia! Due biglietti per il treno in partenza al binario 4. Disse la ragazza porgendo la carta di credito al vetturiere.
Non sembrate tipi da mare, disse l’uomo digitando codici al computer.
Stiamo partendo all’avventura! Commentò Chicco.
Esatto, oggi mare, domani chissà! Aggiunse Brezza.
L’uomo diede la ricevuta e indicò loro il binario: buon viaggio allora!

Capitolo 17
Il treno viaggerà tutta la notte, direi che possiamo andare in cabina, domani ci aspetta una grande giornata. Brezza era visibilmente stanca ma non voleva che Chicco se ne accorgesse.
15, 16, 17…Eccola! Esclamò la ragazza aprendo la porta.
Le pareti erano azzurre, tre brandine per lato, un finestrino sul fondo e un piccolo quadretto appeso dietro alla porta raffigurante un lago alpino.
Ti va di lasciare qui tutto e andare a mangiare un boccone? Chiese Chicco.
Volentieri, ma offri tu! Rispose Brezza.
Solo a patto che non ci fai finire in qualche strana sfida.

Capitolo 18
I ragazzi riconobbero le sagome dei monumenti in lontananza mentre il treno lasciava la città.
Che panini ci sono? Chiese Chicco.
Formaggio, Prosciutto, Prosciutto e formaggio, la scelta non è molto ampia, rispose Brezza, ma quello con il salame e i funghi sembra buono, che dici, proviamo?
Va bene!
Due per cortesia, più una Coca e una cedrata.
Cenarono davanti al finestrino, mentre le tenebre inghiottivano il paesaggio e tutto diventava buio.

Capitolo 19
Sei sveglia? Sussurrò Chicco di prima mattina.
Sto provando a fare quella cosa che mi hai insegnato, rispose Brezza, dare una forma alle ombre che filtrano dalle tende tenendo gli occhi chiusi.
Cosa vedi? Le chiese il ragazzo. 
Un paese sul mare, circondato da colline.
E poi?
Un porto, delle navi, il tutto illuminato da una luce calda.
Davvero immagini tutto questo?
No, ho sbirciato mentre andavo in bagno! Rispose la ragazza ridendo.
Poco dopo, l’altoparlante annunciò l’arrivo imminente.

Capitolo 20
Appena fuori dalla stazione i due ragazzi intravidero il mare e, consultata una cartina, imboccarono la strada per il paese.
Brezza era al settimo cielo, sembrava che il tempo si fosse fermato, c’erano panettieri, macellai, fruttivendoli, nessun supermercato e le persone parlavano tra loro.
Quanto costa? Chiese indicando un’arancia
Venti cents rispose la donna alla cassa.
Ne prendo due, disse Brezza porgendole un euro.
La sbucciò e ne prese uno spicchio, assaporandolo come fosse la prima volta.
Ne vuoi, chiese porgendone uno spicchio a Chicco.
Sei felice, disse il giovane, e siamo solo all’inizio.

Capitolo 21
Brezza comprò focacce, pomodori, biscotti, latte e altre leccornie. Non sapeva come le avrebbe abbinate ma non importava.
Vicino alla spiaggia, trovarono un pontile: dolce o salato? Chiese.
Dolce! Rispose Chicco.
Biscotti per te, focaccia per me!
Alcuni pescatori stavano sistemando le reti, l’aria era satura del caratteristico odore di pesce fresco e delle incomprensibili frasi dialettali che animano i porti.

Capitolo 22
Dopo mangiato, i due raggiunsero un promontorio al centro del quale sorgeva una torre.
Il paese non era grande, si poteva visitare in mezz’ora, ma ogni volta che percorrevano la strada principale scoprivano qualcosa di nuovo.
La torre offriva una vista completa sui territori attorno, si intravedeva la stazione, le colline, il mare, ma ciò che colpiva Brezza in quel momento erano le nuvole, immobili come testimoni silenti della rotazione del mondo.

Capitolo 23
Verso mezzogiorno, i due ragazzi tornarono in stazione: l’unico treno è tra un’ora! Disse Brezza, possiamo fare ancora un giro.
Giunti nella piazza principale, Brezza notò alcuni operai impegnati a montare delle luminarie, si avvicinò e chiese: ci sarà una festa o qualcosa di simile?
La sagra cittadina, rispose uno degli elettricisti.
Quando si svolgerà?
Da oggi pomeriggio, fino a domani sera, non potete perderla!

Capitolo 24
Cosa facciamo mentre aspettiamo l’inizio della festa? Chiese Brezza.
Siamo al mare e non abbiamo ancora fatto nemmeno un tuffo, disse Chicco abbozzando un sorrisetto complice.
Hai ragione, disse la ragazza reggendo il gioco, sarebbe da maleducati non rimediare!
Il fragore delle onde li accolse come si fa coi vecchi amici, Chicco era estasiato, ne sentiva la potenza come se gli fossero penetrate all’interno trasformandolo a sua volta in una goccia nel mare.
Siamo partiti in fretta e furia senza pensare al costume, disse Brezza curiosando nello zaino, ma era troppo tardi. Alzando gli occhi vide i vestiti del ragazzo abbandonati sulla sabbia e una sagoma gioiosa scomparire nella spuma delle onde.

Capitolo 25
Ci voleva proprio, esclamò Chicco asciugandosi il viso.
Lo sai, disse Brezza legandosi i capelli, era da tempo che non ti vedevo così.
Chicco sorrise, era da tempo che non mi sentivo così, è come se l’acqua del mare avesse scosso il peso che sentivo addosso, come se mi avesse alleggerito da qualcosa che nemmeno io saprei descrivere ma che fortunatamente ora non c’è più.
In lontananza si sentivano le prime voci eccitate, accompagnate dalla classica musica che presagisce l’apertura delle danze.

Capitolo 26
I tavoli erano lautamente imbanditi: zuppe di pesce, spaghetti allo scoglio, cozze, il tutto accompagnato da buon vino e musica popolare.
Quando arrivò il loro turno, i ragazzi ordinarono un assaggio di tutti i piatti tipici.
Finito di mangiare, la pista da ballo si riempì in un baleno.
Chicco prese l’iniziativa: mi concedete questo ballo? Disse porgendo la mano a Brezza.
Lei sorrise e i due si lanciarono in quello che nessuna immagine potrebbe descrivere: un autentico momento di leggerezza.

Capitolo 27
Alla festa, i due ragazzi conobbero Ines, fornaia e memoria storica del paese, la quale raccontò molti fatti e pettegolezzi interessanti: il regista di Hollywood che girò una scena alla torre sul promontorio, la nave americana che sbagliando rotta si arenò al largo della spiaggia: ci vollero cento pescatori con le loro barche per aiutarli, disse.
Quando Brezza le raccontò del progetto di viaggio, si offrì di ospitarli a casa, nella stanza del figlio che ormai viveva con la moglie: se vi stringete, potete stare lì!
Andrà benissimo, disse Chicco sistemando lo zaino in un angolo, grazie Ines.

Capitolo 28
Ci pensi, disse Brezza, saliamo su un treno, arriviamo in questo paesino, facciamo il bagno, assaggiamo piatti buonissimi a una sagra e per finire, incontriamo Ines che ci ospita a casa propria senza volere nulla in cambio!
Hai dimenticato una cosa, aggiunse la vecchia signora, questa è la miglior colazione che potrete trovare in paese, parola mia!
I tre risero mentre l’atmosfera si riempiva dell’aroma di caffè e i raggi del sole annunciavano l’inizio di un nuovo giorno disegnando motivi geometrici tra le tende della sala da pranzo.

Capitolo 29
Altro tiro di moneta e nuova destinazione in arrivo.
In treno, i ragazzi scoprirono che dove erano diretti era stata allestita una piccola mostra d’arte con opere da tutto il mondo.
A scuola non ero un’appassionata, disse Brezza leggendo la brochure online.
Cosa ti ha fatto cambiare idea, chiese Chicco.
La capacità degli scultori di plasmare materiali duri come la pietra per creare forme delicate e apparentemente impossibili, rispose la ragazza.
Una volta mi permisero di toccare una statua in marmo, disse Chicco, fu come entrare all’interno di un corpo umano, potevo sentire la sensualità delle labbra, la tensione dei muscoli, la molteplicità dei colori che quegli occhi vitrei parevano comunque riuscire a distinguere.

Capitolo 30
Entrati nel chiostro, i due ragazzi visitarono la prima parte della mostra.
Il soffitto tra le arcate era affrescato e Chicco non mancò di sottolineare il caratteristico odore di muffa degli edifici storici.
Il restauro era quasi terminato e buona parte delle decorazioni parietali era visibile e facilmente identificabile.
Concluso il pian terreno, Brezza propose di salire a quello superiore.

Capitolo 31
Nulla lasciava presagire la magnificenza e la ricchezza del salone al primo piano, completamente in antitesi con la povertà del chiostro che sembrava costruito appositamente per dissuadere gli eventuali cacciatori di tesori delle epoche passate.
Dal pavimento al soffitto, ogni centimetro era finemente decorato mentre dipinti e sculture riempivano muri e anfratti.
Brezza era talmente eccitata che prese a descrivere minuziosamente ogni dettaglio e infine, controllando la brochure, disse: pare che il secondo piano ospiti una sola opera.

Capitolo 32
L’opera al secondo piano era illuminata da un’unica luce lasciando la sala avvolta dalle tenebre.
Saresti in grado di descrivere il concetto di delicatezza, chiese Brezza in un sussurro.
Chicco rimase in silenzio, in attesa.
Esiste qualcosa di più delicato e fine delle ali di una farfalla dolcemente sfiorate dall’amore di due esseri umani?


Capitolo 33
Finita la visita, i due ragazzi ripresero la via per la stazione ma si fermarono in un piccolo negozio attratti dall’insegna.
Scusi, chiese Chicco, vorremmo un paio di panini imbottiti da portar via.
Nessuna risposta.
Brezza si guardò intorno curiosa, il locale sembra vuoto.
Chicco invece sentì un rumore nel retrobottega e un paio di istanti più tardi comparve un ometto magro, con degli strani baffi scuri e un cappello simile a quello delle giovani marmotte: Cuome posso essere voi utile?

Capitolo 34
Vorremmo due panini imbottiti, ripetè Chicco.
Certo, rispose il droghiere, cosa vi affetto, dite, qui solo ottima qualità di prodotti!
Per me salame, grazie, disse il ragazzo.
Come mai indossa quel buffo cappello? Chiese Brezza dimenticandosi del pranzo.
Era più forte di lei, se qualcosa la colpiva, non riusciva a resistere, doveva approfondire, alla ricerca di ogni meraviglia che il mondo le poneva davanti agli occhi.

Capitolo 35
Le lame dell’affettatrice iniziarono a roteare: Mangiafuoco è il mio nuome, o meglio, così mi chiama gente, dicono che ricuordo il personaggiuo di storia popolare, voi conosce? Parla di bambino di le…
Pinocchio lo interruppe Brezza scoppiando a ridere, ma sei troppo magro!
Cara ragazza, il droghiere le scivolò lesto alle spalle, non hai ancora detto me cuosa vuoi in panino.
Come hai? Esclamò Brezza incredula. Pro, prosciutto!

Capitolo 36
Prendiamo i panini e andiamocene, ho un brutto presentimento, disse Chicco.
No sa nome di genitori, io trovatello! Lasciarono me in cesta davanti a scale di convento in Russia insieme a cappello.
Scusami, disse Brezza rammaricata, è molto triste e non volevo deriderti.
Mangiafuoco mise i panini in un sacchetto marrone: Nuon essere triste, piccola capelli d’oro, qui ho tutto quello che serve! Vuolete vedere qualcosa di maguico?

Capitolo 37
Brezza si liberò dalla presa di Chicco e lo seguì nel retrobottega.
Pruego, niente paura, venite, venite.
Il negozio di Mangiafuoco era immenso, alle pareti erano appese cianfrusaglie di ogni tipo: slittini, maschere di antiche civiltà, modellini di aerei e altro ancora.
Da questa parte, disse il droghiere aprendo una porta che dava sul retro, benvenuti in parco di città.
Cos’ha di speciale? Chiese la ragazza mentre Chicco manteneva alta la guardia.

Capitolo 38
Il droghiere li condusse a un piccolo stagno, al centro del quale era posizionato uno strano pendolo raggiungibile tramite una passerella: fatto io, esclamò, opera d’arte!
Brezza si dovette contenere per non ridere mentre Chicco era ancora serio.
Mangiafuoco si accorse di non averli stupiti e iniziò a girare gli ingranaggi.
Tutto intorno a loro iniziò improvvisamente a ruotare come alle giostre dei vecchi luna park: che succede?! Chiese Brezza!
Maguico! Rise il droghiere.

Capitolo 39
Una luce fuoriuscì dalla cima del pendolo proiettando un’immagine sull’acqua.
Un palazzo dai tetti appuntiti e immerso nella neve.
Un paio di secondi e l’immagine cambiò, poi un’altra e via così per un tempo indecifrabile.
Gli ingranaggi si fermarono e tutto tornò alla normalità.
È stato incredibile! Esclamò la ragazza mentre Chicco si sedeva nauseato.
Maguico disse Mangiafuoco, un giorno trovato pendolo in negozio. No piaceva e ho regalato a sindaco che ha messo qui.
Mentre sistemavo ingranaggi, io scoperto questo.
Cos’è questo? Chiesero i ragazzi in coro!
Maguico rispose l’ometto, io no sa, forse quelle immagini sono ricordi miei di passato.

Capitolo 40
Funziona con tutti? Chiese Brezza.
Io no sa, siete primi che vedono magia! Rispose Mangiafuoco.
Come mai? Chiese Chicco.
Racconti ancora favolette ai ragazzini eh Mangiafuoco?
Un gendarme in uniforme comparve alle loro spalle: non lo ascoltate, non esce mai nulla di buono da quel negozio, solo cianfrusaglie! Aggiunse mentre si allontanava.
Sempre piacere signor Bruco! Bella giornata vero?! Rispose l’ometto.
È Bruce, all’americana, lo rimproverò il gendarme, quante volte te lo devo ripetere dannato di un matto!
Voglio provare! Esclamò Brezza. Il comportamento del poliziotto l’aveva convinta a guardare oltre le apparenze.

Capitolo 41
Brezza si posizionò davanti all’orologio mentre gli altri rimasero sul bordo dello stagno.
Tu gira ingranaggi, facile, disse Mangiafuoco.
La ragazza fece roteare le lancette e la magia ricominciò mostrando una torre arroccata su un’alta rupe dalla quale era possibile vedere il paesaggio circostante.
Una strana forza attirava tutto verso il centro dello specchio d’acqua nel quale venivano proiettate altre immagini: cieli azzurri, dettagli cittadini, si potevano persino distinguere le voci dei passanti.
Quando tutto tornò normale, Brezza guardò gli amici e disse: non conosco i luoghi che mi ha mostrato, non può essere il passato.

Capitolo 42
Tu prova! Disse Mangiafuoco riferendosi a Chicco.
Non credo sia una buona idea, rispose quest’ultimo apparentemente intimorito.
Brezza lo abbracciò per potergli sussurrare all’orecchio qualcosa che solo loro potevano sentire: invece penso che sia un’ottima idea.
Il ragazzo si fece coraggio e percorse lentamente la passerella fino al pendolo ma quando fece roteare le lancette non venne proiettata alcuna luce.
Lo stagno divenne oscuro e dalle profondità salì un suono stridulo, come un grido.

Capitolo 43
Chicco stava per desistere ma qualcosa lo spingeva a continuare.
Seguì il suono finché dal buio presero forma tre bellissime donne: immobili, bianche, eppure così plastiche e sensuali.
Il grido s’intensificò diventando insopportabile e il ragazzo perse l’equilibrio cadendo sulla passerella.
Va tutto bene? Domandò Brezza preoccupata.
Credo di si, rispose Chicco.
Tu cosa visto? Chiese l’ometto.
Tre bellissime donne bianche immerse nel buio.

Capitolo 44
Meglio tornare, io prepara voi mio speciale piatto tipico! Disse Mangiafuoco.
No! Esclamò Chicco, voglio riprovare.
Ma tu stanco, quasi fatto male, disse secco il droghiere.
Ha ragione Chicco, hai corso un grosso rischio e non mi sembri pronto per rifarlo.
Il ragazzo prese Brezza per mano, da solo no, ho bisogno di te.
La presa era salda come la volontà di capire il significato di quanto successo.
Va bene, verrò con te, ma appena ti sentirai male, promettimi che fermerai tutto!
Promesso! Esclamò senza esserne troppo convinto.

Capitolo 45
La giostra ricominciò e i due ragazzi furono avvolti dalle tenebre.
Lo senti? Chiese Chicco.
Sì, rispose Brezza, coprendosi le orecchie nel tentativo di placare il sibilo.
Di colpo apparve un’immagine.
Siamo noi, esclamò la ragazza, stiamo andando alla sagra, è successo l’altro giorno, ma è diverso da come lo ricordo.
Sento il mare, disse il ragazzo, il vociare della gente e il profumo del cibo.
Il suono si fece più intenso, la momentanea pace venne distrutta e i due ragazzi per poco non caddero in ginocchio.

Capitolo 46
Benvenuti! Una signora anziana appoggiata a una balaustra li accolse senza girarsi a guardarli.
Chi sei? Domandò d’istinto Chicco non riconoscendo la voce.
Perché dovrei presentarmi? Voi siete venuti qui, avete girato voi le lancette.
Dove siamo? Cosa rappresentano queste immagini? Chiese Brezza.
Concetti, disse la donna, vi capita mai di sentir parlare di un luogo, di vederlo in un’immagine o in un film e di crearne una vostra interpretazione. Queste immagini sono le proiezioni di Chicco, la sua visione del mondo.
La sua visione del mondo, ripeté Brezza.
Esatto, e ora voglio farvi un regalo, siete pronti?

Capitolo 47
La donna chiuse gli occhi e ciò che prima era in bianco e nero assunse delle leggere tinte blu.
Una splendente lacrima di gioia segnò la guancia di Chicco.
Le mie montagne, disse il giovane, le avevo dimenticate, o forse avevo deciso di farlo.
Ognuno di noi vive la sua visione del mondo, riempiendola di ricordi felici e tristi, disse la donna, il tuo viaggio non è dettato dalla noia ma dalla paura di non riuscire più a vivere. Hai iniziato a ricrederti quando hai provato dentro di te la forza del mare, ma mancava ancora qualcosa, dovevi vedere!

Capitolo 48
Voi stati via mucchio di tempo, dove andati?! Disse Mangiafuoco appena le lancette si fermarono.
È ancora valido quell’invito a pranzo? Chiese Brezza cambiando discorso.
Chicco rimase in silenzio.
Pirozhki! Io no sa come conosce ricetta, ma sono ottimo spuntino! Disse Mangiafuoco portando in tavola dei fagottini ripieni di cipolla.
Brezza ne provò uno e ne fu entusiasta, come hai detto che si chiamano?
Pirozhki! Io fatti per cliente una volta, lui russo, e mi ha detto che sono russi. Io no sa altro!


Capitolo 49
Cosa successo in stagno, chiese Mangiafuoco una volta finito di mangiare.
Il pendolo è come una macchina fotografica, rispose Brezza abbassando lo sguardo, ma invece di riportare la realtà ne mostra un’interpretazione soggettiva.
Chicco strinse i pugni fino a farsi male: vedi luoghi di cui hai solo sentito parlare e tu sei lì e puoi quasi toccarli.
Blin! Kak krasivo!* Allora io visto mia idea di mio paese di bambino disse l’ometto al settimo cielo.
*Espressione russa che significa Cavolo! Quanto è bello

Capitolo 50
Mangiafuoco si accorse dell’espressione di Chicco: perché tu triste, oggi grande giorno!
La donna che ci ha spiegato il mistero del pendolo, disse il ragazzo, mi ha mostrato qualcosa che da tempo avevo dimenticato, la realtà del mio mondo. Da anni ormai convivo con la cecità e non è facile sentire la gente commentare paesaggi incredibili e viaggi meravigliosi. Ho affinato gli altri sensi ma la storia è ben diversa da quella che si legge nei fumetti, non riesci mai a colmare la mancanza.

Capitolo 51
Ho sempre cercato di descrivere ciò che vedevo nel modo migliore, disse Brezza, lasciando che Chicco completasse il quadro con le sue sensazioni.
Donna di stagno no ha mostrato voi mondo, disse Mangiafuoco lasciando i ragazzi perplessi, lei spiegato voi come costruire vostro mondo. Lui no è di nessuno, tutti possono aggiungere pezzo: tu senti profumi e suoni e lei racconta te colori.
L’ometto li guardò sorridente: voi due insieme create meraviglia!

Capitolo 52
Quel piccolo ometto nel suo negozio di cianfrusaglie aveva capito che i due ragazzi rappresentano i sensi con cui ognuno di noi traccia la propria esperienza nella storia comune.
Brezza e Chicco sono gli istanti che ricordiamo e quelli che decidiamo di lasciare andare, ciò che è e ciò che potrebbe essere, perché tra zero e uno esistono infiniti altri numeri,
Ora cosa fare? Chiese Mangiafuoco.
Dobbiamo onorare una promessa, rispose Brezza tirando fuori il sasso dalla tasca dello zaino.
Serve rinforzi, disse Mangiafuoco portando a tavola un altro vassoio di quelle strane focacce.

Fine…